Dies Irae. «Quaerens me, sedisti lassus/ redemisti Crucem passus:/ tantus labor non sit cassus» (Cercandomi, ti sei seduto stanco/ mi hai redento patendo sulla Croce / tanta fatica non sia vana). Così nel “Dies Irae”, la sequenza che la Chiesa invita a recitare nel giorno della commemorazione dei defunti. Parole abitate da commossa gratitudine e povera preghiera, tutta affidata alla dolce misericordia di Gesù.
E che indica come il paradiso (l’eterno riposo) non si acquista con la nostra fatica, ma grazie a quella di Dio.